28 Ottobre 2022 |     
 
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il progetto di restauro del mulino e della casa del mugnaio

Al momento della stesura del progetto, l’insediamento rurale risultava in condizioni pessime, poiché per molti anni nulla era stato fatto per preservare dal degrado le parti murarie e strutturali, compromesse nel corso degli anni di abbandono.

Pertanto il complesso, che in passato costituiva un mulino cosiddetto di “calto”, che ebbe grande importanza per tutti gli abitanti della zona, si presentava al momento dell’ingresso in cantiere allo stato di rudere, sommando alle devastanti azioni del tempo, i danni causati dai vandali che avevano asportato le travi in legno portanti, sia della copertura che dei solai oltre a parti in pietra e alla totalità degli ingranaggi del mulino.


I due edifici avevano subito una vera e propria spoliazione di molte delle loro parti strutturali, nonché caratterizzanti la loro destinazione residenziale e ad opificio.

Rimaneva soltanto la ruota a coppedello di notevoli dimensioni (circa 3.5 ml di diametro) con circa una quarantina di cassette di raccolta dell'acqua e alcune macine in pietra.

Ci trovavamo di fronte ad un particolare insediamento che richiedeva estrema attenzione nell'intervenire per risanarlo e ri-vitalizzarlo, con interventi compatibili con la particolare storia dei manufatti e, relativamente alla casa del mugnaio, capaci di reinterpretare i caratteri storico architettonici con le attuali esigenze abitative.

Partendo dal presupposto che i meccanismi della ruota non si possono riprodurre, né si può proporre di far girare le macchine con il moto della ruota, si ritiene doveroso risanare tutta la parte  muraria e in particolare la parte relativa alla ruota, in modo da farla muovere con il getto del ruscello senza collegamenti meccanici alle ruote interne.

Il tema progettuale affrontato è stato quello del recupero filologico e contemporaneamente del riutilizzo funzionale dell'intero complesso.